Ebbene sì, non si tratta di fantascenza, ma di realtà: le auto che "si guidano" da sole, in totale autonomia, esistono davvero e dal gennaio 2015 inizieranno a circolare nel Regno Unito. Naturalmente ne circoleranno poche, sia perché sarà il primo vero test per questa nuova tecnologia ultracomputerizzata, sia perché la produzione di queste auto è ancora molto costosa e per questo ne esistono pochi esemplari. Ne potremo vedere in giro due versioni una completamente automatica e una parzialmente automatica (in cui è presente una persona che può assumere il controllo del veicolo).
Naturalmente negli Stati Uniti: oltreoceano sono già state sperimentate in California, Nevada e Florida; i test hanno avuto inizio qualche mese fa anche in Gran Bretagna - in circuiti privati - e i collaudatori si sono detti sicuri che queste auto possano circolare anche nel mezzo del traffico cittadino di Londra. Naturalmente tra un circuito privato e una strada trafficata della capitale inglese c'è una differenza abissale: guidatori aggressivi, biciclette e pedoni distratti, auto che parcheggiano o ripartono sono situazioni complesse da gestire a livello di intelligenza artificiale. Così il Dipartimento dei Trasporti ha iniziato a rivedere il sistema dei trasporti e il codice della strada affinché siano regolamentati i nuovi veicoli.
Una prima versione di queste auto le vedeva pilotate a distanza con un controller wireless. Tuttavia, grazie a numerose ricerche e al contributo di diversi studiosi e ricercatori, il prototipo di auto senza conducente che si è diffuso è totalmente autonomo: si tratta di un'applicazione di avanzate tecniche di intelligenza artificiale che elaborano informazioni provenienti da dispositivi di input appositamente installati per elaborare in tempo reale il contesto nel quale il veicolo si trova. Grazie a questo insieme di apparecchiature, tra cui delle videocamere, un processore centrale è in grado di interpretare la realtà e reagire di conseguenza.
L'intento del Regno Unito è chiaro: essere all'avanguardia nel settore, senza essere chiusi verso le innovazioni tecnologiche.
In effetti nel resto d'Europa c'è un po' di diffidenza: la maggior parte dei paesi si limita ad osservare, ad eccezione della Svezia, dove Volvo ha già ottenuto il consenso per iniziare la sperimentazione (pervista entro il 2017). In Italia alcune sperimentazioni incoraggianti sono avvenute a Parma dove un prototipo di nome BRAiVE è stato realizzato con la collaborazione dell'Università di Parma (Dip. di Ingegneria dell’Informazione), VisLab, e DISS (Centro Universitario di Ricerca Avanzata per la Sicurezza Stradale): BRAiVE ha percorso alcuni percorsi urbani di Parma in totale autonomia (monitorato da Polizia Stradale, ANAS, Direzione Centrale della Motorizzazione Italiana, Comune di Parma, Polizia Municipale e Camera di Commercio di Parma).
C'è da aspettarsi che in Italia, paese notoriamente conservatore, bisognerà aspettare un bel po' prima che queste si diffondano e che la burocrazia regolarizzi il sistema con una normativa ad hoc. Nel resto del mondo, oltre agli USA dove in prima linea c'è Google - le cui macchine hanno già percorso circa 500 mila km -, c'è il super-tecnologico Giappone in cui è la Nissan che effettua maggiori ricerche sulle auto senza conducente, con dei test su strade pubbliche già effettuati l'anno scorso.
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