Per il campionato mondiale di Formula 1 2015 la Sauber sembra intenzionata a dare spazio a Simona de Silvestro, pilota svizzera entrata a far parte della scuderia di Hinwil all'inizio del 2014.
Simona de Silvestro, nata il 1 settembre del 1988, viene da Thun, Svizzera. Ha partecipato alla prima gara kart nel 1996: dopo 9 anni ha debuttato in Formula Renault e l'anno dopo negli USA in Formula BMW diventando la prima donna a salire sul podio ad Indianapolis. In tempi più recenti, ha corso per la KV Racing Technology nelle IZOD IndyCar Series. Nel corso della sua carriera, Simona de Silvestro si è guadagnata il soprannome "The Iron Maiden"; è stata anche vittima di un incidente nel 2011 che le ha provocato delle ustioni alle mani a causa dell'incendio dell'autovettura. La Sauber annuncia di averla ingaggiata nel febbraio 2014 e di aver previsto un anno di addestramento col team con l'obiettivo di iniziare a correre ufficialmente nel 2015. I test - con la Sauber 2012 - sono iniziati a Fiorano, nell'aprile 2014.
La Formula 1 non sta vivendo di certo i suoi tempi migliori: troppe regole e troppa tecnologia sembrano aver portato via l'agonismo e le emozioni da cardiopalmo che questo sport aveva sempre regalato ai suoi numerosi proseliti. Le critiche a questo sport sono aumentate in modo esponenziale e sono in molti a ritenere che la bravura del pilota sia ormai quasi ininfluente. Sembra, pertanto, che un eventuale sedile assegnato a Simona de Silvestro sia visto con grande favore dai vari sponsor e da coloro i quali curano le immagini dei brand e gli aspetti economici della competizione: una novità che potrebbe allargare il pubblico - composto prevalentemente da uomini - e portare un po' di nuova attenzione sulla Formula 1. Simona de Silvestro dovrà dimostrare in pista il proprio talento e la propria idoneità a sedere su una monoposto di F1 se vuole evitare facili luoghi comuni sull'inadeguatezza del gentil sesso agli sport motoristici.
Ma anche se non dovesse riuscirci, ciò non sarà sufficiente a spostare l'attenzione dalla noiosità della Formula 1 che per alcuni è diventata "uno sport per femminucce". E di certo non per la presenza di una donna al volante.
Auto
Auto
Auto