Una marea di ricorsi per notifiche in ritardo: è ciò che sta accadendo - in particolare a Milano - per le multe con autovelox notificate oltre 4 mesi dopo l'accertamento. Il Comune di Milano dichiara che tale termine sia legittimo in quanto il Codice della Strada prevedeva 150 giorni di tempo dall'accertamento alla notifica. Prevedeva. Probabilmente il Comune si è rifatto ad una versione non aggiornata del Codice della Strada che - oggi - dice chiaramente all'art. 201 che "qualora la violazione non possa essere immediatamente contestata, il verbale, con gli estremi precisi e dettagliati della violazione e con la indicazione dei motivi che hanno reso impossibile la contestazione immediata, deve, entro novanta giorni dall'accertamento, essere notificato all'effettivo trasgressore o ad uno dei soggetti indicati nell'art. 196".
Il termine di 90 giorni esiste dal 2010 quando il comma 1 dell'art 201 del Codice della Strada è stato modificato dalla legge 29 luglio 2010, n. 120 (G.U. n. 175 del 29 luglio 2010 suppl. ord.) che ha abbassato il termine massimo della notifica da 150 giorni a 90 giorni dall'accertamento.
Su questo ci siamo: se trascorrono oltre 90 giorni tra accertamento e notifica, la multa con autovelox può essere ragionevolmente contestata. Ma cosa si intende per accertamento e notifica?
L'accertamento della multa non è altro che il giorno in cui è stata commessa la violazione. La notifica, invece, avviene quando un agente vede la foto, la velocità rilevata e commina la sanzione compilando il verbale. Tale data è presente nella prima riga di ogni verbale, dove i dati del verbalizzante sono accompagnati dalla data.
Così i tanti autovelox installati a Milano - o in altre città d'Italia ritardatarie - rischiano di non rimpinguare le casse comunali come previsto: in vista dell'Expò, 7 nuovi autovelox erano stati posizionati in città in primavera, mentre un'altra decina è in arrivo entro la fine dell' anno - assicura Marco Granelli, assessore alla Sicurezza -.
Le voci corrono, ancor più delle auto pizzicate dall'autovelox e sicuramente molto più dei verbali ritardatari, e così i ricorsi si moltiplicano: "tutto questo è un danno - commenta la Polizia di Milano - perché elimina il valore educativo alla base della sanzione e mette a rischio l'obiettivo di aumentare la sicurezza stradale; il polverone mediatico dà loro la possibilità di non essere puniti e magari di continuare a violare il codice della strada. Per non parlare dei costi".
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