Donne al volante
Atletico Capranica: il calcio che fa bene
Renault Clio R.S. EDC Monaco GP

È sul mercato da fine marzo 2014 la nuova serie limitata Renault Clio R.S. EDC Monaco GP.

Seguendo il successo dei precedenti modelli, Clio R.S. 200 EDC è una serie limitata numerata riconoscibile dal marchio Monaco GP, mostrato per la prima volta al Salone di Ginevra 2014.

Sportiva

La serie limitata Renault Clio R.S. EDC Monaco GP si contraddistingue per eleganza, design e soprattutto sportività. Non a caso sembra l'auto di un gentleman driver con il padiglione nero, i ricchi equipaggiamenti e gli esclusivi rivestimenti interni. Evidenziano ancora di più la sportività di Clio R.S. EDC Monaco GP lo spoiler nero posteriore e le animazioni esterne sulla lamina F1 e sul diffusore, sulle maniglie delle porte e sulle modanature, i cerchi in lega 17" Tibor o 18" Radicale. Sulle protezioni inferiori della scocca è inciso il badge Monaco GP.

Interni

Il nero è il colore prevalente degli interni smorzato solo dal grigio sport delle cinture di sicurezza.  Portagoniste sono le sellerie Riviera in pelle con rifiniture grigie. I tappetini Renault Sport sono profilati in grigio e le soglie delle porte presentano la sigla Monaco GP.

Motore

Renault Clio R.S. EDC Monaco GP monta il propulsore 1.6 Turbo da 200 cavalli, accoppiato alla trasmissione a doppia frizione EDC a 6 rapporti. Basta un piccolo comando da parte del conducente per trasformare  Clio R.S. EDC Monaco GP in una sportiva dalle incredibili performance. Ma non c'è solo la performance, ma anche comfort nella guida e consumi contenuti.

Telemetria R.S. Monitor

Per chi ama correre sui circuiti è disponibile, in opzione, l’efficace sistema di telemetria R.S. Monitor 2.0, che comprende la funzione R.S. Replay. Si tratta di un dispositivo che permette di creare e scaricare circuiti, visualizzarli su una cartina e registrare e riutilizzare tutti i dati registrati durante una prova su circuito e condividerli  sui social network.

Colorazioni

Renault Clio R.S. EDC Monaco GP è disponibile in 4 colorazioni:

  • Nuova tinta Be Style Mirabeau (Bi Tono, carrozzeria Grigio Platino e padiglione nero), disponibile di serie
  • Nuova Tinta Be Style La Rascasse (Bi Tono, carrozzeria Bianco Ice Pearl e padiglione nero), disponibile in opzione
  • Nuova tinta metallizzata Bianco Ice Pearl  disponibile in opzione
  • Tinta metallizzata Grigio Platino  disponibile in opzione.

.

Aggiungi ai preferiti
Stampa
PDF
Articoli Correlati

Auto

Il 22 luglio si celebra la prima vera competizione di motori di tutti i tempi Era il 22 luglio del 1894 quando 21 vetture (13 a benzina ed 8 a vapore) cominciarono la Parigi-Rouen (126 km), la prima vera competizione automobilistica di tutti i tempi. Nonostante la prima automobile fosse nata soltanto 8 anni prima, nel 1886, ben 17 delle 21 vetture taglieranno il traguardo di Rouen. Ad abbandonare la competizione sono 4 auto a vapore. Persino il regolamento era abbastanza aleatorio, oltretutto non esistevano orari d'arrivo ufficiali, ragion per cui la classifica di velocità non poteva che essere approssimativa, tant'è che a decretare la vittoria era una giuria: il più veloce fu il conte Albert De Dion alla guida del trattore De Dion-Bouton (6 ore e 48 minuti), ma la giuria ritenne che i vincitori dovessero essere la Panhard & Levassor e la Peugeot poiché il primo classificato era un veicolo troppo pesante e poco maneggevole. Anche la data ha subito un percorso travagliato: inizialmente la Parigi-Rouen si sarebbe dovuta svolgere il 1 giugno, poi fu rimandata al 7 giugno, poi addirittura al 22 luglio poiché la maggior parte dei veicoli non era pronta per la gara. Questo slittamento non fu sufficiente, però, a consentire la partecipazione dell'unico veicolo italiano: il triciclo elettrico costruito a Castelnuovo di Garfagnana nello stabilimento tessile del Conte Giuseppe Carli non era ancora pronto per quella data. La foto in cima a questo articolo ritrae la partenza della Parigi-Rouen: può essere considerata, a sua volta, la prima fotografia di una gara automobilistica.
CONDIVIDI

Auto

Venerdì 18 luglio si è svolta la Coppa d'Oro delle Dolomiti 2014, dove il pubblico ha potuto ammirare Jarno Trulli su una Porsche 356 Speedster del 1954, una Alfa 2000 Sportiva del 1954, un’Alfa 2500 Coloniale del 1939 dell’Esercito, una Jaguar XK 120, Giuliano Canè su Lancia Aprilia del 1938, Giordano Mozzi su Triumph TR2 del 1955 e tanti altri. La Coppa d'Oro 2014 nel dettaglio Ha preso il via da Corso Italia nel cuore di Cortina l’edizione 2014 della Coppa d’Oro delle Dolomiti: il nuovo corso di una delle rievocazioni storiche per auto d’epoca più amate è dunque in versione “estiva”, affrontando con coraggio lo spostamento di una data che tradizionalmente la vedeva inserita da anni negli eventi del primo week end di settembre. “Si tratta di un ritorno alle origini che segna un altro passo nella crescita della gara all’insegna della tradizione e dell’innovazione” - spiega il Presidente del Comitato Organizzatore Alessandro Casali. “Il nostro obiettivo è quello di far sì che Coppa d’Oro possa essere il fiore all’occhiello delle gare automobilistiche classiche nel mondo per l’esclusività delle auto e per la bellezza dei quattordici passi dolomitici attraversati”. Omaggio alla tradizione è anche il passaggio a Belluno, città dove la Coppa D’Oro nacque nel 1947 grazie all’idea del Presidente dell’Automobile Club Belluno Ferruccio Gidoni di organizzare sulle Dolomiti una competizione di grande richiamo internazionale; e da allora nell’albo d’oro della Coppa vennero iscritti nomi quali Giovanni Bracco, Piero Dusio, Clemente Biondetti, Olivier Gendebien, Eugenio Castellotti, Giulio Cabianca e gli indimenticabili fratelli Marzotto. Lo svolgimento della Coppa d’Oro 2014 I 50 equipaggi sono partiti venerdì 18 luglio alle 8.30 per percorrere i 515 km scanditi in due tappe: dopo le soste di Belluno e Bolzano il finale della prima tappa è a Merano alle 18.30, con ripartenza sabato 19 luglio alla volta di Corvara per rientrare alle 17.30 in Corso Italia a Cortina. “Sarà una gara impegnativa da tutti i punti di vista - ammette il patron Alessandro Casali - perché Coppa d’Oro delle Dolomiti è sì una corsa di regolarità nei luoghi più belli delle Dolomiti patrimonio dell’Umanità Unesco, ma è anche una gara molto tecnica e faticosa per vetture e piloti”. La sfida automobilistica sulle Dolomiti A sfidarsi sui 14 passi dolomitici con 58 prove cronometrate, 4 di media e 8 controlli orari, sono auto costruite tra il 1919 e il 1961, con una categoria speciale e classifica a parte riservata ad un massimo di 30 vetture realizzate tra il 1962 e il 1965 di particolare interesse storico. Madrina di questa edizione l’attrice Isabelle Adriani, per aggiungere quel tocco di glamour che ben si addice alla gara simbolo della Perla delle Dolomiti; e nell’elenco partenti scorgiamo Jarno Trulli su una Porsche 356 Speedster del 1954, una Alfa 2000 Sportiva del 1954 del Museo Alfa Romeo di Arese con a bordo l’equipaggio Gamberini - Lanfranchi, un’Alfa 2500 Coloniale del 1939 dell’Esercito e una delle cinque Jaguar XK 120 che partecipò alla 24 ore di Le Mans classificandosi undicesima nel 1951. Fra i Top Driver, atteso il testa a testa al centesimo di secondo fra il pluricampione Giuliano Canè in gara su Lancia Aprilia del 1938 e il vincitore della Mille Miglia 2014 Giordano Mozzi su Triumph TR2 del 1955.  
CONDIVIDI

Auto

Auto storiche inglesi come Bentley, MG, Aston Martin, Rover arrivano ad Asolo (Treviso) per la terza edizione del raduno di auto storiche "Le Inglesi ad Asolo 2014 - Primo Trofeo Banca Mediolanum" che avrà luogo domenica 7 settembre 2014. Il percorso partirà alle porte di Venezia domenica 7 settembre 2014 e ricalcherà il percorso che la Regina Cornaro fu costretta a seguire, su pressione della Repubblica di Venezia, quando dovette abbandonare il Regno di Cipro: un viaggio eccezionale attraverso pianure, colline, gradevoli saliscendi, con tappa anche al Parco Archeologico Livelet e presso il suggestivo Castelbrando a Cison di Valmarino (Treviso). Il percorso de "Le Inglesi ad Asolo 2014"  La partenza è prevista da Villa Ducale, a Dolo (Venezia), alle 10.00 ma gli equipaggi dovranno trovarsi in loco già dalle 8.30 per i preparativi; alle 13.00 il carosello di mezzi d'epoca arriverà a Castelbrando, a Cison di Valmarino, mentre per le 16.00 è previsto una sosta alla sontuosa Villa Cornér della Regina, a Vedelago (Treviso). Per le 18.30 è previsto l'arrivo ad Asolo. Le premiazioni si svolgeranno all'Albergo al Sole. A seguire cena di gala presso Hotel Villa Cipriani e Albergo al Sole Riproporre un successo Le Inglesi ad Asolo rappresenta, sulla scia delle scorse edizioni, un vero e proprio viaggio tra la cultura, i sapori e la storia; il tutto avvolto dal più classico English Style. “Il successo ottenuto l’anno scorso – spiega Gianfranco Giovine, Presidente del Club Motori del '900, organizzatore dell'evento - ci ha spinto ad organizzare anche l’edizione 2014”. L'edizione dello scorso anno fu vinta dalla splendida Bentley 3Litre del 1925. Edizione dedicata a Caterina Cornaro Come anticipato, il percorso ripercorrerà la storia della Regina Cornaro. Nell'ottobre del 1488, Venezia decise di richiamare Caterina costringendola ad abdicare a favore della Repubblica. A seguito del suo rifiuto, fu minacciata di venir spogliata di tutti i privilegi e di essere trattata come ribelle, in caso di rifiuto. Così, il 26 febbraio 1489, avvenne l’atto ufficiale dell’abdicazione di Caterina in favore della Repubblica Veneta. Il 18 marzo, vestita di nero, la regina lasciò per sempre l’isola di Cipro. Venezia accolse la sua figlia in maniera trionfale. Arrivata a San Nicolò al Lido, fu nominata il 6 giugno 1489 domina Aceli (signora di Asolo): Caterina aveva gli stessi poteri del doge con i soli limiti di non poter far subire ai sudditi nessun onere o angheria e non poter ospitare chi non fosse gradito al Doge. Nel 1509, all’avanzare delle truppe imperiali di Massimiliano I d’Asburgo, si rifugiò a Venezia. Ritornata nel suo castello e tra gli asolani che tanto l’amavano, fuggì di nuovo quando le truppe tedesche si riaffacciarono alle porte di Altivole. Morì a Venezia il 10 luglio 1510 e venne tumulata nella Chiesa dei Santi Apostoli. Tale fu la folla che volle partecipare al rito funebre che i Provveditori fecero costruire un ponte di barche da Rialto a Santa Sofi a per permettere un migliore deflusso. La salma rimase solo pochi anni nella chiesa dei Santi Apostoli perché nel 1584 venne trasferita nella Chiesa di San Salvador, nella grande tomba voluta per lei dal fratello Giorgio, dove tuttora riposa. Parco Livelet e Castelbrando Le Inglesi ad Asolo 2014 farà tappa anche a Parco Livelet e a Castelbrando. Il Parco Archeologico Didattico del Livelet, inaugurato il 12 maggio 2007, è una ricostruzione fedele basata su studi degli insediamenti riscontrati in siti archeologici di ambiente umido coevi dell’Italia Settentrionale, e su studi etnografici condotti sulle popolazioni che tuttora vivono in ambienti simili. La scelta delle materie prime è ricaduta su legnami compatibili con l’ambiente e i ritrovamenti archeologici dell’area come castagno, quercia, nocciolo e corniolo, mentre le strutture lignee portanti o destinate a rimanere immerse nell’acqua sono state realizzate in larice, essenza scelta per la sua resistenza e durata, ma non presente a questa altitudine. Le pareti delle palafitte sono realizzate con fasci incrociati di canne palustri rivestiti da un intonaco isolante ma naturale, ottenuto mescolando argilla, paglia e sabbia. I tetti sono infi ne realizzati con fasci di canne sovrapposti e fi ssati ad una struttura lignea e hanno uno spessore medio di 30 cm, che garantisce protezione dalle intemperie. Castelbrando ha origini assai antiche e il primo nucleo dovrebbe risalire all’epoca delle invasioni barbariche. Il castello fu però recuperato dai Longobardi, la cui presenza era qui molto forte vista l’istituzione del Ducato di Ceneda. Tuttavia, essi ne fecero ben presto dono, con tutta la Valmareno, ai vescovi locali (forse per iniziativa della regina Teodolinda) che la tennero anche sotto i Franchi e, successivamente, il Sacro Romano Impero. La dominazione veneziana portò un lungo periodo di pace e Castelbrando, cessate le funzioni militari, fu adattato tra il XVI e il XVIII secolo alle esigenze dei Brandolini che lo trasformarono in un palazzo signorile applicandovi lo stile delle ville venete e creando un interessante nonché innovativo per l’epoca sistema di “riscaldamento”. I conti tennero il castello sino al 1959, quando lo vendettero ai Salesiani che lo utilizzarono come seminario e luogo di ritiro. Rivenduto da questi nel 1997 all’imprenditore Massimo Colomban, è stato restaurato di recente e ospita oggi un albergo. Un'opera d'arte per Le Inglesi ad Asolo 2014 Protagonista de Le Inglesi ad Asolo 2014 sarà l'arte: non solo quella portata dalle magnifiche vetture storiche inglesi, ma anche per la scelta di una preziosa scultura denominata il “VERONESE” come simbolo dell'evento. L’opera fu concepita dall’intuito del celebre Prof. Vittorio Zecchin nel 1921. Ispirato all'ampolla dipinta nel 1580 da “Paolo Veronese” ne “L’Annunciazione della Vergine”. L’opera contemporanea è stata plasmata dalle abili mani del Maestro Vetraio Mini Stefano. Come si evince, ancora una volta “Le Inglesi ad Asolo” intende promuovere il territorio, la sua cultura, le eccellenze enogastronomiche e l’alto artigianato riconosciuto in tutto il mondo.  
CONDIVIDI
Segui Nuvolari su:

Via Tiburtina 924, 00156 Roma tel. +39 06.43224.1 fax +39 06.43224.777 - Via Boccaccio 4, 20123 Milano tel. +39 02 55410.829 fax +39 02.55410.734

www.ltmultimedia.tv - corporate@ltmultimedia.tv