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Paolo Massai ha provato per noi la Volkswagen Scirocco R. In poche parole la Scirocco R è una bella vettura, sportiva, con un frontale tempestato da prese d’aria che oltre essere un elemento estetico, le donano efficacia. Lo sterzo è elettrico. Innovativo il motore turbo di soli 2 litri che arriva ad una potenza di 265 cc. Il cambio è doppia frizione e il differenziale anteriore e a controllo elettronico. Ha quattro ruote motrici che le fanno guadagnare in leggerezza e dal punto di vista dei consumi. La prova con il differenziale a controllo elettronico XDS è ottimale, si raggiungono i 100 km in 5,8 secondi. Anche il sound non è male, simile ad uno scoppiettio di motore. La cambiata è da vettura da competizione. Una vera supercar! Nel panorama attuale quello della Scirocco R è il motore più sviluppato. Benzina, turbo con iniezione diretta a fasatura variabile, offre alte prestazioni e mantiene bassi consumi. Gli ingegneri della Volkswagen non si sono dimenticati  neppure dell’ambiente, nonostante i 265 cc le emissioni sono solo di 187 gr/km. Guardiamo il test di Paolo Massai sul circuito di Anagni!
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Porsche GT3 RS 4.0. Questa è la sigla di quella che presumibilmente è l'ultima versione di questa serie della casa di Stoccarda, in attesa della nuova 911 attesa per fine anno. Una versione, che si mostra senza compromessi, figlia della vettura che scende in pista per contendere il titolo GT3. Un 6 cilindri boxer con cubatura di 4 litri ed una potenza massima di 500 cavalli - come la Turbo -  per questa versione. Precisiamo che questi non sono ancora dati ufficiali, ma di indiscrezioni piuttosto certe. Le foto che circolano sulla rete, ci portano anche a notare delle modifiche di carattere estetico rispetto al modello attuale, la 911 GT3 RS, che si mostrano sopratutto sulla zona anteriore, con il paraurti differente - ora con delle appendici aerodinamiche - ma anche nella zona inferiore della carrozzeria. Inoltre, ma questo è piuttosto evidente, nuova la grafica. Piccola nota di esclusività: sulla plancia è posta una piccola targhetta numerata. La RS 4.0  è infatti in serie limitata, con 500 esemplari in produzione. Rimanete collegati per saperne di più su prestazioni e specifiche tecniche di questa nuova Porsche GT3 RS 4.0
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Bugatti Veyron. Un nome che reca con se l'anima di chi vuole superare ogni record. Già, perchè la nuova versione, la 16.4, alza ancora di più il limite che una vettura deve possedere per esser considerata quale l'auto più veloce del mondo. E la Bugatti lo fa in modo perentorio: la Veyron versione SuperSport arriva a 431 km/h, velocità raggiunta presso il centro prova del gruppo VOlkswagen di Ehra-Lessien. C'è da sottolineare inoltre che il pilota designato, Pierre Henri Raphanel, sceso in pista il 26 giugno del 2010 alla presenza dei rappresentanti del Guinnes Book of Records, è riuscito a stabilire una velocità massima di 434,21 km/h nel verso di marcia (nord verso sud), ma in quello inverso (così prevede l'omologazione di un record), è arrivato "solo" a 427,933 km/h. Media quindi arrivata a 431,072 km/h. Una media ben superiore a quanto fatto registrare proprio dalla Veyron "base" nel 2005. Già, perchè qua si parla di un modello esclusivo, con solo 30 esemplari disponibili al prezzo "di favore" di 1.434.000 euro tasse escluse. Una vettura che si avvicina più ad un aereo che ad una quattroruote: il propulsore W16 8 litri arriva in questa versione a ben 1200 Cv e 1500 Nm grazie ad interventi sul motore, come la sovralimentazione con adozione di giranti di maggiori dimensioni. Cambio doppia frizione 7 rapporti e sistema di trazione integrale con giunto centrale elettroidraulico a lamelle di tipo Haldex, in grado ora di tenere la tenuta laterale fino ad un massimo di 1.4 G. Una versione speciale inoltre è stata presentata al Salone di Shanghai (22-28 Aprile), appositamente per la clientela cinese. Una bella mossa da parte della Casa di Molsheim, che offre una creazione ancora più esclusiva della Supersport, riconoscibile grazie alla finitura esterna in fibra di carbonio completamente nera.  
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Ariel Atom ovvero, auto sportiva stradale radicale, senza fronzoli. Un'auto da corsa per certi versi, considerato anche il telaio in traliccio di tubi "a vista" ed il raporto peso-potenza assolutamente incredibile: stiamo parlando di un valore che si attesta a 1,4 kg/CV. Al di là del design, è il trattamento al motore che stupisce. Doppio albero a camme a fasatura variabile i-VTEC, che porta i cavalli dai 296 della Atom 3, ai 335 della versione Wimmer RS.  In altri termini? Da 0 a 100 km/h in 2,8 secondi (controllate con la prova di Paolo Massai se quanto riferito è vero), per arrivare fino ai 200 km/h in 7,1 secondi.  Una supercar decisamente originale quindi. Già perchè sulla Atom sono banditi finestrini, carrozzeria, porte, tettuccio.  Una vera e propria vettura da corsa con targa e fanali, che offre sensazione che solo la pista può dare. Già la posizione di guida, così ribassata e vicina al suolo, è in grado di rendere l'idea. Inoltre, il cambio sequenziale, o la sospensione anteriore a quadrilatero basso. Tutti elementi per una vettura leggera, potente ed estremamente divertente da guidare.  Non resta che godervi la prova di Paolo Massai dell'Ariel Atom. Buona visione! 
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Un nome per appassionati veri. Di fuoriserie in grado di esprimere fin dal primo sguardo, potenza, originalità e, sopratuto, originalità. Parliamo dell'officina torinese SpadaVettureSport, che dal suo stabilimento porta sulle strade la Spada Codatronca Monza. Una supercar figlia della mano di Ercole e Paolo Spada che verrà presentata il prossimo 14 Aprile al Top Marques Monaco. La Spada Codatronca Monza è figlia quindi dello storico designer Zagato, Ercole Spada e, a detta dello stesso autore, è stata definita "un'auto dal gusto forte e senza vie di mezzo", in grado di trasmettere su strada l'idea di una vettura a due posti che offra lo spirito massimo delle corse e della sportività. Già, pechè la Codatronca Monza è una vettura omologata per strada, anche se la sua vocazione è quella pistaiola, grazie anche al motore V8 da 7litri di derivazione Corvette Z06, potenziato con compressori volumetrici Rotrex C38 Italtecnica. In altre parole? 720 Cv a 6200 giri/min di potenza e 850 Nm a 4200 giri/min di coppia massima E, tanto per continuare a farvi rendere l'idea, la velocità massima è pari a 340 km/h, con uno scatto da 0 a 100 in 3 secondi netti. Il tutto con cambio manuale a 6 rapporti e, ovviamente, con trazione posteriore, senza dimenticarci del sistema di controllo di trazione su 3 livelli. Abbiamo detto che la sua vocazione è la pista. E questo è ben capibile anche dall'acquisizione dati telemetrici con 80 ore di registrazione in pista. Tra i dati registrati: angolo di sterzo, accelerometri laterali e longitudinali, velocità singola di ogni ruota, e lap timing. Il telaio è tubolare in alluminio con doppio roll-bar integrato, così come le barre antirollio anteriore e posteirore, regolabili autonomamente su 4 livelli di durezza: rain, soft, medium e hard. Per la Codatronca Monza, non potevano esserci altri pneumatici che i Pirelli PZero Corsa, con misure 285/35-19 e 345/35-19, montati su cerchi OZ da 19 pollici, con freni Brembo con ABS e pinze racing a 8 pompanti all'anteriore e 4 al posteriore, su dischi da 380 e 335 mm.
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Fiat Grande Punto. Fin qui vi starete chiedendo: cosa c'entra una vettura di questa categoria tra le Supercar? Basta aggiungere una semplice parola per scatenare un mostro: Abarth.  Equipaggiata con un motore 1.4 benzina turbo da 155 cavalli in grado di arrivare ad una velocità massima di 208 km/h, con un'accelerazione da 0 a 100 km/h in 8,2 secondi. la Grande Punto Abarth monta cambio meccanico a 6 marce, Ovviamente il tutto abbinato ad un kit estetico di estrema potenza e grinta.  Rispetto ad una "normale" Grande Punto, ecco le carreggiate allargate di 6mm, cerchi in lega da 17 pollici e fasce laterali rosse con la scritta "Abarth".  In aggiunta, il paraurti anteriore è specifico e integra i fari, mentre le prese d'aria - ovviamente - sono adattate alle nuove esigenze di raffreddamento del nuovo propulsore.  Non bisogna poi dimenticarsi delle minigonne, i codolini passaruota e il fondoscocca in plastica nera. Questi formano una vera e propria carenatura completa nella zona inferiore, profilata per avere un migliore coefficente di Cx aerodinamico che va fino al paraurti posteriroe, adattato e rastremato Freni migliori, ma anche come strumento estetico. Freni a disco su tutte le ruote, con quelli anteriori ventilati e con pinza a doppio pistoncino. Il tutto made in Brembo.  Per le sospensioni invece, la Grande Punto Abarth si affida allo schema già collaudato sulla Grande Punto con l'anteriore McPherson e barra antirollio, mentre il posteriore a ponte torcente. Un sistema che ha però ricevuto alcune rivisitazioni: la barra antirollio è stata maggiorata, le molle anteriori irrigidite in precarico del 20% e l'assetto complessivamente ribassato di 10mm. ESP di serie ma non disinseribile.  Entrando a bordo, l'aria sportiva si respira fin da subito. Ben visibile il logo dello scorpione sulla plancia, con una consolle centrale ad effetto carbonio. Strumentazione con grafica sportiva, così come il volante ed il pomello del cambio. Tutto dentro la Punto Abarth deve far respirare l'aria dei Rally . Vi abbiamo parlato fin da subito del motore della Grande Punto Abarth e del suo motore da 155 cavalli. Come dite? Non sono sufficenti? Bene, ecco pronto per voi allora il kit di potenziamento "esseesse", ovvero Supersport, che offre 180 cavalli ed una coppia di 272 Nm, 215 km/h di velocità massima e 7,7 secondi nell'accelerazione da 0 a 100 km/h.  Un kit che però può essere montato solo dopo aver percorso più di 20.000 km con la vostra Grande Punto Abarth. 
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Solo pochi mesi fa, la creatura più veloce di casa Pagani, la Zonda R, è riuscita nell'impresa di battere il record del Nurburgring. 6'47'' per percorrere i 20.832 metri dell'Inferno Verde con a bordo lo specialista Marc Basseng.   Un vero e proprio risultato di prestigio per l'Atelier di Horacio Pagani, in un circuito che è una vera e propria sfida per ogni costruttore di Supercar.   Paolo Massai ci spiega il modello R della Pagani Zonda, con tutte le particolarità che la contraddistinguono dai modelli base e F.   Innanzitutto il propulsore, ancora più potente rispetto alla Zonda F. Il 12 cilindri a V da 6 litri di casa Mercedes, con lubrificazione a carter secco, sforna ben 750 cavalli a 7500 giri/min, con una coppia massima di 710 Nm. Inoltre, il sistema di scarico è realizzato in inconel 625 rivestito in materiale ceramico.   In secondo luogo, l'aerodinamica. Per poter ottenere un coefficente maggiore di downforce, la Zonda R ha subito diverse modifiche. Il passo è aumentato di 47 millimetri, con carreggiate più larghe di 50 mm e la lunghezza è stata portata a 394 mm. Infine, appendici aerodinamiche per maggior carico sono state inserite.   Capitolo sospensioni. Queste sono realizzate in avional, più leggere, mentre il cambio è di tipo sequenziale trasversale sincronizzato, con un cambio di marcia di 20 millesimi di secondo.          
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Oggi vi narrerò della passione; del brivido; di quella tensione che sale; vi racconterò di quella sensazione che si ha solo ascoltando il loro suono da lontano; oggi vi descriverò quella luce negli occhi che brilla solamente a guardarle e, magari, sfiorarle. E quello schizzo di adrenalina che sale dal cuore al cervello in meno di 4 secondi.   Oggi vi racconterò dell'orgoglio italiano delle Supercar. Di Ferrari, Lamborghini, Maserati, Pagani. Di sogni su quattro ruote. Auto, Supercar plasmate dal vento, che sprigionano cavalli selvaggi e offrono sensazioni difficilmente descrivibili.   FERRARI Il Cavallino Rampante, con lo sfondo del giallo di Modena. Quel cavallo donato come simbolo ad Enzo Ferrari da Francesco Baracca, grande aviatore della Grande Guerra, a distanza di quasi 100 anni è un simbolo di purezza velocistica, di passione, di linee dure e plasmate dal vento. E rossa, colore della passione per eccellenza.   - Ferrari FF - Ferrari 599 GTB - Ferrari California - Ferrari FXX - Ferrari 430 Scuderia - Ferrari 458 Italia         LAMBORGHINI  E' il 1948 quando a Cento nasce la Lamborghini Trattori, per mano del suo fondatore Ferruccio. Mai si sarebbe immaginato che un'azienda del genere sarebbe potuta entrare nell'Olimpo delle vetture da sogno, in quel gotha dove solo i capolavori a quattro ruote possono risiedere. Nata ufficialmente nel 1963, la Automobili Ferruccio Lamborghini SPA è riuscita in pochi anni a creare Supercar del calibro di Miura, Espada, LM 002, Countach. Il tutto nel più puro genio italiano, con le collaborazioni illustri di designer quali Bertone e Bizzarrini quale progettista di propulsori. Simbolo della Lamborghini? Ovviametne il toro, cosi come gran parte delle vetture della casa.   - Lamborghini Gallardo LP560-4 - Lamborghini Murcielago - Lamborghini Gallardo LP 570-4 Superleggera - Lamborghini Sesto elemento - Lamborghini LP 700 Aventador           PAGANI AUTOMOBILI Se l'origine è straniera, l'anima e la storia dell'Atelier vive a San Cesario sul Panaro, in provincia di Modena. La storia è quella di un argentino, Horacio Pagani, che ha reso grande l'Italia grazie alle Pagani Automobili. Basterebbe citare il nome del vento delle Ande per far capire di cosa stiamo parlando: la Zonda, la vettura per eccellenza tra le Supercar, tanto che inizialmente, nel lontano 1988, i primi bozzetti della futura dream car, erano stati battezzati "Fangio F1". E la produzione è degna di un vero e proprio atelier: circa 20 auto l'anno. Perchè l'esclusività è un vero e proprio lusso. Ad inizio di quest'anno, ecco svelata la Pagani Huayra, figlia del progetto C9 e che sostituirà la Zonda.   - Pagani Huayra - Pagani Zonda - Intervista a Horacio Pagani - Pagani Zonda R: il record del Nurburgring        
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Nissan 370Z Roadster, ovvero una Supercar da 332 cavalli con il vento tra i capelli. E che Supercar! La 370Z così si presenta con il suo tetto ripiegabile elettronicamente in tela, sorella della versione coupè, ma con la stessa grinta e dettagli addirittura migliorati.  Rispetto alla versione "coperta", la roadster è più compatta e con proporzioni più grintose - carreggiata più larga di 5 cm - e con una lunghezza totale di 425 cm. Inoltre, il passo è stato ridotto di 10 cm arrivando a 255. Infine, il peso, contenuto in soli 1544 kg. Questo grazie ad un cofano, a pannelli delle portiere ed un bagagliaio in alluminio.  Il parabrezza è più basso rispetto alla 370Z, ed i sedili sono rivestiti in tessuto nero "Carbon", con regolazione manuale a 8 e 4 posizioni. Punto in comune rispetto alla coupè invece è la separazione all'interno dell'abitacolo tra pilota e passeggero netta, suddivisi da una console centrale. Più ergonomico invece il volante sportivo a tre razze, e la leva del cambio. Concludendo con gli interni, ecco il sistema di navigazione touch screen. Capitolo motori: il propulsore V6 in alluminio da 3,7 litri, presente anche nella sorella Coupè, è in grado di sfornare 332 cavalli a 7000 giri/min, ed un valore di coppia massimo pari a 366 Nm a 5200 giri/min. Valori di per se già eccezionali, ma che uniti al peso contenuto, offrono prestazioni uniche.  Due i tipi di trasmissione: automatico-sequenziale a 7 rapporti o manuale a 6 marce. I rapporti son molto ravvicinati con una funzione chiamata SynchroRevControl che raccorda e ottimizza i giri motore nella fase di scalata. In altre parole, fa la classica "doppietta" in maniera elettronica. Presente anche il cambio automatico con tecnologia DRM (DOwnshift Rev Matching) e ASC (Adaptive Shift Control).  Disponibili, in quanto a dotazioni, i seguenti colori: Vibrant Red, Diamond Black, Brilliant Silver, Blade Silver, Brilliant White e Le Mans Blue. DI serie inoltre, i fari bi-xenon ad accensione automatica, poggiatesta attivi, airbag con sistema avanzato Nissan AABS, monitoraggio di pressione degli pneumatici, climatizzatore automatico, radio CD/AUX con 4 altoparlanti e comandi al volante illuminati. 
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    Il vento è sempre stato uno dei motivi principe che ha ispirato il genio di Horacio Pagani. Dopo il vento delle Ande, la Zonda, è il turno di una nuova creatura uscita dall'Atelier di San Cesario sul Panaro, 12 anni dopo la sua progenitrice: la Huayra.   Il suo nome, deriva da "Aymara Huayra Tata", una divinità andina del vento. Nome e carattere che riprende le redini della Zonda, ma da cui si distacca con differenze sostanziali.   Nuovo l'anteriore, con una propensione maggiore alla rotondità, grazie anche al profilo della bocca anteriore. Linee che vengono ripetute anche nello specchio di coda. L'idea, come specificato dallo stesso Horacio Pagani, è sempre stata quella di dar forma al vento, ed il concetto che si (ri)propone nella Huayra è quello dell'ala rovesciata, con prese e sfoghi per l'aria posizionati in punti nevralgici. Dalla Zonda R derivano invece i fari bi-xeno e le luci diurne. Il tutto in 4.605 mm di lunghezza, 2036 di larghezza e 1.169 di altezza.   Le novità in questa nuova Huayra, si percepiscono non appena si vuole salire a bordo: ali di gabbiano che integrano buona parte del tetto. La scocca poi, è in carbonio e titanio, con dettagli in alluminio ed in materiali ultraleggeri. Peso totale? 1350 kg.   Per quanto concerne il lato-propulsore, si tratta del V12 Biturbo Mercedes da 5980 cc, sviluppato appositamente da AMG per arrivare a potenze di più di 700 Cv ed una coppia di oltre 1000 Nm. Lubrificato a carter secco, il nuovo motore, denominato M158, risponde anche alle normative Euro 5.   Cambio Xtrac automatico-sequenziale a 7 rapporti per questa Huayra, e ammortizzatori regolabili Ohlins. Per le gomme, Pagani si è affidato ai Pirelli P Zero.   Velocità massima? 370 km/h.      
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Diciamolo subito: trattasi di rendering alquanto futuribile e "cinematografico". Ma che rendering! Per celebrare il film Mad Max, Ford Australia ha deciso di realizzare due esemplari della V8 Interceptor - una Ford Falcon XB GT Coupè modificata appositamente - supercar utilizzata da un giovane Mel Gibson nell'omonimo film che reca una data di uscita di ben 32 anni fa. Due concept, realizzati da Simon Brook e Nima Nourian, designer che hanno lavorato nel team Ford Research Centre di Melbourne, coordinato da Chris Svensson.  "Il nostro team è stato molto entusiasta di essere coinvolto  in questo progetto, tutti hanno lavorato ore e ore  con grande entusiasmo, anche quelli che erano troppo giovani per ricordare il primo film di Mad Max", ha dichiarato Svensson che ha poi continuato:  "Abbiamo avuto una proiezione speciale del film originale in modo che tutti potessero comprendere lo spirito della pellicola e i suoi segreti." Estetica molto dura e cattiva, esaltata dai due grandi passaruota, elementi di stile e design, che ospitano ovviamente le ruote in lega nera. Linea di cintura decisamente alta che si conclude con la cabina che ospita due persone. Prototipi che recano con se le armi usate dal protagonista nella pellicola, come il taser elettrico che si trova sulla maschera anteriore. I lettori di TopGear Australia dovranno - tramite concorso - votare uno dei due rendering. La vincitrice sarà realizzata in scala e presentata ufficialmente.    
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    Al Salone di Ginevra non poteva mancare la casa del Tridente, la Maserati, che per l'occasione schiera la versione sportiva della GranCabrio.   La GranCabrio Sport eredita il motore della GranTurismo MC Stradale, anche se, trattandosi sempre di una cabriolet di lusso, adotta alcuni accorgimenti tecnici per esser resa più comfortevole.   Il motore è un V8 da 4.7 litri che offre 450 Cavalli di potenza ed una COppia Massima di 510 Nm. Il cambio inoltre è lo stesso ZF automatico utilizzato nella Quatroruote Sport GT S. Velocità massima raggiungibile? 285 km/h.   Migliorata anche la frenata con una taratura specifica del sistema di sospensioni Skyhook.   Rivisto anche il design ed il look. Nessuna rivoluzione, ma piuttosto delle aggiunte. Appendici aerodinamiche e particolari scuri al posto delle cromature. Questi sostanzialmente gli interventi, oltre che calandra nera, e l'introduzione di minigonne laterali nella stessa tinta della carrozzeria: "rosso trionfale" che decorava le Maserati da corsa con cui Juan Manuel Fangio nel 1957 vinceva il suo quinto titolo iridato di Formula 1.    
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