Recensioni
Motom. Per molti è un nome che non dice nulla, ma si tratta di un ciclomotore molto diffuso in Italia negli anni '50. Il primo Motom L'idea di costruire un ciclomotore economico, robusto ed efficiente venne nell'immediato dopoguerra all' ingegnere Battista Falchetto e all'imprenditore industriale Ernesto Frua De Angeli. Fu così che la collaborazione tra Falchetto e Frua De Angeli dette vita alla realizzazione del primo ciclomotore Motom, che venne presentato al Salone di Ginevra del 1947 con il nome di 12/2 Motomic, l'abbreviazione di "moto atomica". Questo primo modello di Motom, privo della sospensione posteriore, sull'anteriore aveva una una forcella a parallelogramma. La molla era posizionata anteriormente al canotto di sterzo. La trasmissione era sssicurata da una lunga catena che aveva un tenditore manuale, la cilindrata era di 48 cc. Motore Il motore del Motom era un 4 tempi monocilindrico con raffreddamento ad aria. Il motore Motom era caratterizzato da affidabilità, semplice manutenzione, buone prestazioni e bassi consumi , riusciva a percorrere fino a 75 km con un litro. Telaio Il telaio del Motom era stampato e dalla caratteristica forma a X, che comprendeva due semigusci, tra i quali era stato sistemato il serbatoio. Manubrio Segno distintivo del Motom era il suo manubrio. Nella parte sinistra del Motom erano sistemati i comandi per il cambio, la frizione e il motore anteriore, mentre con la parte destra del manubrio si dava gas e si azionava il freno posteriore. Successo Il Motom fu un ciclomotore di grande successo. Al modello 12/2 Motomic seguirono poco dopo altri modelli sempre con cilindrata 48cc. Il Motom 12/A e il Motom Sport. In Italia ne furono venduti 600.000 esemplari. La sua produzione terminò nel 1970. Curiosità Uno dei successivi modelli del Motom, il 98/T, fu addirittura esposto al Metropolitam Museum di New York.